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RABBIA
La rabbia è un sentimento che può risultare di difficile gestione sia a livello sociale sia a livello relazionale: sono molteplici le situazioni quotidiane che possono scatenare pensieri, comportamenti o emozioni di ostilità e possono riguardare situazioni di confronto o conflitto, ingiustizie subìte o presunte, o la competizione con qualcuno in un certo ambito.
La rabbia dovrebbe quindi trovare una forma di espressione adeguata, sebbene questa generi facilmente reazioni di rifiuto, irritazione o biasimo; nei soggetti particolarmente vulnerabili alle critiche o alle disconferme sociali, l’arrabbiarsi può così rappresentare il rischio di perdere l’approvazione altrui.
Tale sentimento pertanto viene spesso soffocato e sostituito da altri che la persona potrebbe ritenere più accettabili, ma che possono generare poi sensi di colpa,inadeguatezza, frustrazione, impotenza o comportamenti passivi aggressivi.
Ciò che ci permette di gestire in modo funzionale questi eventi sono i pensieri che si innescano nella nostra mente e l’interpretazione che ne diamo. Alcuni tipi di pensiero disfunzionali (doverizzazioni, generalizzazioni, catastrofizzazioni) possono infatti predisporre una persona ad adottare risposte aggressive e su questi bisognerà intervenire se si vorrà modificare il comportamento ostile (Baldini, 2004).
Questo perché una volta attivati dei pensieri disfunzionali si innescheranno automaticamente reazioni fisiche (quali aumento della frequenza cardiaca e contrazione dei muscoli) e neurali: a causa di un centro del sistema limbico, il soggetto in collera si troverà in preda ad uno stato di emergenza in cui viene imposto a tutto il cervello la sola focalizzazione sull’evento attivante, ossia ciò che ci fa arrabbiare (Goleman, 1999). La neocorteccia (la “parte pensante” del cervello), non può intervenire per analizzare più lucidamente la situazione e pertanto non potrà modulare la risposta; il soggetto agirà pertanto sulla base di informazioni grezze e istintive e agirà di conseguenza.
Per evitare questi episodi spiacevoli, sarà necessario intervenire sui pensieri disfunzionali prima che si inneschi la risposta comportamentale; risulta inoltre estremamente utile sviluppare una maggiore assertività, così da rispettare sia le nostre esigenze personali, sia i bisogni dell’altro, trovando un giusto compromesso per entrambi, in cui nessuno prevarica o viene prevaricato.
Bibliografia
Baldini F. (2004), Homework: un’antologia di prescrizioni terapeutiche, McGraw-Hill, Milano.
Goleman D., (1999), L’intelligenza emotiva. RCS Libri, Milano.