Depressione
Di che cosa si tratta
Il modello più conosciuto per l’episodio depressivo è quello articolato da A. T. Beck. Secondo tale modello (Beck et al. 1987) la persona depressa presenta una serie di Pensieri Automatici Negativi (PAN) che comportano una visione distorta e negativa della realtà: questa viene così vissuta e percepita secondo temi di inadeguatezza, fallimento, insuccesso, autocritica, incapacità, inutilità, scarso valore personale e non amabilità.
Il modello cognitivo evidenzia inoltre una triade di schemi specifici della depressione:
1) Visione negativa di sé (sono un fallito, sono solo un peso)
2) Visione negativa del mondo
3) Visione negativa del futuro (assenza di speranza)
Nel Disturbo Depressivo Maggiore fondamentale è la durata che deve essere di almeno due settimane.
Un disturbo molto simile a livello sintomatologico è la Distimia (o Disturbo depressivo persistente), ma la differenza principale è che l’umore risulta depresso per almeno due anni ed è associato ad una bassa autostima. Non vi è inoltre una compromissione importante del funzionamento della persona e non vi è perdita di interesse nelle attività quotidiane. Quindi rispetto alla Depressione maggiore questo disturbo si protrae per più tempo ma con una minore intensità. L’esordio inoltre è precoce, intorno ai 21 anni.
QUALI SONO I PRINCIPALI SINTOMI
I principali criteri diagnostici del DSM-5 (APA 2013) per il disturbo depressivo sono:
Presenza di 5 o più dei seguenti sintomi, contemporaneamente presenti per un periodo di 2 settimane e cambiano il precedente funzionamento della persona; almeno uno dei sintomi è umore depresso oppure perdita di interesse o piacere:
1) umore depresso per la maggior parte del giorno, quasi tutti i giorni. Viene persa la reattività agli eventi piacevoli e non viene vissuto solo come tristezza ma come dolore vitale
2) perdita di interesse o piacere per tutte o quasi le attività per la maggior parte del giorno, quasi tutti i giorni
- Significativa variazione di peso (perdita o aumento)
- Variazione del sonno significativa (ipersonnia o insonnia)
- Agitazione o rallentamento delle idee e motorio quasi tutti i giorni
- Faticabilità o mancanza di energia quasi tutti i giorni
- Autosvalutazione o sensi di colpa eccessivi o inappropriati
- Difficoltà a pensare, concentrarsi o indecisione quasi tutti i giorni
- Ricorrenti pensieri di morte, ideazione suicidaria, tentato suicidio o piano suicidiario
- Tali sintomi causano una compromissione del funzionamento sociale, lavorativo o in altre aree
trattamento
Il trattamento cognitivo comportamentale della depressione prevede:
– Psicoeducazione sul disturbo: offrire quindi informazioni sulla depressione, sul suo andamento, su aspetti o sintomi sperimentabili
– Tecniche di attivazione comportamentale, finalizzate allo svolgimento di attività che sono state abbandonate: inizialmente viene effettuato un monitoraggio di queste, poi programmato lo svolgimento di attività reputate come piacevoli
– Problem solving per problemi non risolti, valutando le soluzioni possibili
– Intervento sulla ruminazione, ossia sullo stile di pensiero caratterizzato dal focalizzarsi continuamente sui medesimi pensieri e stati mentali dolorosi, in modo afinalistico e improduttivo.
– Intervento sulle credenze centrali e ristrutturazione dei pensieri disfunzionali
– Prevenzione delle ricadute (La Mela 2016)
Bibliografia
APA – American Psychiatric Association (2013), Diagnostic and Statistic Manual of Mental Disorders, Fifth Edition (DSM-5), American Psychiatric Association, Washington DC; ediz. it. DSM-5 Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali. Quinta edizione, a cura di M. Biondi, R. Cortina, Milano 2014.
Beck A. T., Rush A. J., Shaw B. F., Emery G. (1987), Cognitive Therapy of Depression, Guilford Press, New York; trad. it. Terapia Cognitiva della Depressione, Bollati Boringhieri, Torino 2009.
La Mela C. (2016), I protocolli clinici della terapia cognitivo-comportamentale, a cura di C. La Mela, Maddali e Bruni, Firenze.