Thomas Sangermani Psicologo Psicoterapeuta – Vigevano Cilavegna Pavia

thomas.sangermani@gmail.com

Disturbo Bipolare

Di che cosa si tratta

I disturbi bipolari possono essere distinti in 3 tipologie diverse: nel caso di un Disturbo Bipolare di tipo I si ha l’alternanza di un periodo di vita con almeno due settimane di umore depresso, mancanza di interesse e piacere nelle attività della vita quotidiana (vengono quindi soddisfatti i criteri per un Disturbo Depressivo Maggiore), alternato ad un periodo di vita di almeno una settimana in cui al contrario l’umore risulta persistentemente e insolitamente elevato, con presenza contemporanea di condotte comportamentali eccessive, in cui ci si sente pieni di energia, si spende in modo impulsivo, si dorme poco, si hanno comportamenti sessuali sconvenienti.
Nel Disturbo Bipolare di tipo II i sintomi sono di più lieve entità e la durata è di circa 4 giorni.
Nel Disturbo Ciclotimico si ha invece una durata maggiore di sintomi depressivi e maniacali che tuttavia non raggiungono l’intensità dei precedenti.

QUALI SONO I PRINCIPALI SINTOMI

Il disturbo bipolare di tipo I è caratterizzato dalla presenza di un episodio maniacale, così definito dal DSM-5 (APA 2013):

A. Un periodo di umore anormalmente e persistentemente elevato, con aumento anomalo e persistente dell’attività finalizzata o dell’energia, della durata di almeno una settimana e presente per la maggior parte del giorno quasi tutti i giorni

B. Durante tale periodo di alterazione di energia o attività compaiono 3 o più dei seguenti sintomi (4 se l’umore è irritabile)

  • Autostima ipertrofica o grandiosità
  • Diminuito bisogno di sonno
  • Maggior loquacità del solito
  • Fuga di idee o pensieri in rapida successione
  • Distraibilità
  • Aumento dell’attività finalizzata
  • Eccessivo coinvolgimento in attività che possono portare conseguenze dannose (es acquisti incontrollati, comportamenti sessuali sconvenienti, investimenti finanziari elevati)

Tale alterazione dell’umore comporta una marcata compromissione del funzionamento sociale o lavorativo e non è da attribuirsi agli effetti di farmaci o sostanze (Criteri C e D).

Il disturbo bipolare di tipo II è invece caratterizzato dalla presenza di uno o più episodi depressivi maggiori accompagnati dalla presenza di uno o più episodi ipomaniacali (stessi sintomi dell’episodio maniacale ma della durata di 4 giorni; i sintomi sono di più lieve entità, non è necessaria l’ospedalizzazione e non sono presenti manifestazioni psicotiche).
Entrambi devono causare disagio significativo o compromissione del funzionamento sociale, lavorativo

Infine vi è il disturbo ciclotimico, in cui per almeno 2 anni vi sono stati numerosi periodi con sintomi ipomaniacali e periodi con sintomi depressivi (ma in entrambi i casi non vengono soddisfatti i criteri per episodio ipomaniacale o episodio depressivo maggiore); in tal caso i sintomi sono stati presenti per almeno la metà del tempo e l’individuo non è stato senza sintomi per più di 2 mesi.

trattamento

La terapia per il disturbo bipolare, secondo il modello cognitivo-comportamentale, è divisibile in 3 fasi: la prima riguarda la psicoeducazione: vengono offerte al paziente informazioni rispetto le caratteristiche del suo disturbo e insegnato a riconoscere i sintomi iniziali di questo; viene inoltre discusso insieme alla persona la disponibilità ad assumere una terapia farmacologica in associazione al trattamento psicologico. Dopodiché, la seconda fase prevede un lavoro sulle credenze patologiche. Infine la terza fase prevede la prevenzione delle ricadute (La Mela 2016).

 

Bibliografia

APA – American Psychiatric Association (2013), Diagnostic and Statistic Manual of Mental Disorders, Fifth Edition (DSM-5), American Psychiatric Association, Washington DC; ediz. it. DSM-5 Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali. Quinta edizione, a cura di M. Biondi, R. Cortina, Milano 2014.

La Mela C. (2016), I protocolli clinici della terapia cognitivo-comportamentale, a cura di C. La Mela, Maddali e Bruni, Firenze.

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